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gesto martin
espzbio
flipside primo studio dedicato a Milano

 

Con il termine Flipside si intende il retro di un disco ed anche, in senso figurato, il lato meno evidente delle cose, della realtà. Negli USA la parola viene usata nell'espressione See you on a flipside, intendendo per flipside semplicemente un altro luogo, sconosciuto; invisibile, forse, alla luce del sole. Abbiamo tratto ispirazione dal concetto di cambiamento prospettico intrinsecamente suggerito dalla parola e lo abbiamo elaborato coreograficamente.
La composizione grafica prevede lo studio dello spazio da riempire; cioè ogni porzione di foglio bianco ottiene una profondità di significato attraverso vuoti, pieni, colori e intersezioni che danno una chiave di lettura del messaggio. E che portano in primo piano un elemento piuttosto che un altro.
La coreografia ha questo stesso potenziale: usando il carattere e le azioni dei singoli performer, mette in evidenza le coordinate di ogni singolo viaggio in un mondo dove non esistono situazioni e conseguenze, ma solo fluida sequenzialità associativa. Il corpo diventa così elemento grafico primario (come se fosse una linea o un punto) e si lascia dare un senso in base al lavoro in continuità esclusiva con lo spazio e il ritmo. Altrimenti detto, un'azione del danzatore assume un valore soltanto a seconda dello spazio che occupa e a seconda della relazione che si crea con quello che gli viene “disegnato” intorno.
Flipside è il tentativo di esporre una realtà multipla, governata da un ritmo a sua volta multiplo e segmentato in cui i cambiamenti prospettici aprono le porte alla percezione di immagini inaspettate.
E a Milano questa prima parte di Flipside è dedicata. Alla sua struttura invisibile ma condivisa, ai suoi caos quotidiani e alla sua, inevitabile, pesantezza. Di Milano sono tutti i suoni registrati ed elaborati. Principalmente a Milano si sono svolte le prove, in una sala in viale Monza che ci ha definito lo spazio scenico: un rettangolo lungo e stretto, come una strada.

 

"Le figure di Klee possono assumere concretamente, a seconda dell'associazione mentale richiamata, nomi come: stella, vaso, pianta, animale, testa o uomo. Quello dell'associazione mentale che mette in dialogo tra loro linee senza apparente significato o meglio, come direbbe Goethe, pregno di significato e privo di spiegazione-, è uno dei temi favoriti di Klee.”
P. Cappelletti L'inafferrabile visione. Pittura e scrittura in Paul Klee

Durata: 30’

produzione ESPZ 2007/8
con il sostegno di Tanzwerkstatt – Aachen e Theateraachen Moergens (D)



logo flipside

progetto e coreografia
Nandhan Molinaro
Elisa Zucchetti

danza
Anton Berman

Antonella Marra
Nandhan Molinaro
Claudia Pintus
Elisa Zucchetti

suono
Anton Berman

ita
eng