ESPZ ASS. CULT.
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Disparitions prende ispirazione da un’opera dell’artista Sophie Calle da cui abbiamo ripreso il titolo. L’idea centrale è di rappresentare la memoria di uno spettacolo che non c’è più e lo spettacolo di riferimento è I know I know, il nostro precedente lavoro, che diventa un pezzo da museo ricostruito attraverso vari linguaggi: la danza, la fotografia, la parola. Il pezzo ha una struttura molto semplice: le due autrici di IkIk raccontano, in una situazione quasi da conferenza, il vecchio spettacolo talvolta mostrando pezzi di coreografia che la memoria ha conservato, talvolta facendo ascoltare brani musicali, talvolta interviste al musicista e alle persone che a suo tempo hanno lavorato alla creazione. Sono inseriti anche altri testi scritti successivamente dalle stesse autrici, in forma di carteggio, che raccontano la genesi di Disparitions.
Disparitions diviene così un catalogo di scene ed immagini costruito sulla base della memoria; una sorta di radiografia della messa in scena che spinge la danza verso un continuo ritorno al momento creativo, mostrandone l’alfabeto.
progetto e coreografia
Nandhan Molinaro
Elisa Zucchetti
danza
Nandhan Molinaro
Elisa Zucchetti
luci
Irene Maccagnani
“Il suono”
Matteo Lanfranchi
“Il jolly”
Thomas Fiedler
Durata: 30’
produzione ESPZ 2006
con il sostegno di Tanzwerkstatt – Aachen e Theateraachen Moergens (D)
e AgoràKajSkenè (Aksè – Convivio 2006)
"Il 18 marzo 1990, sei quadri di Rembrandt, Manet, Flinck e Vermeer, cinque disegni di Degas, un vaso e un'aquila napoleonici furono rubati dal museo Isabella Stewart Gardner di Boston. Isabella Steward Gardner aveva espressamente richiesto nel suo testamento che niente venisse toccato dopo la sua morte. Dopo il furto, gli spazi che i quadri e gli oggetti occupavano sono quindi rimasti vuoti. Io ho fotografato questa involontaria messa in scena dell'assenza e ho domandato ai conservatori, ai guardiani e ad altri dipendenti del museo di descrivermi gli oggetti scomparsi."
Sophie Calle -Disparitions